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TEATRO CIVILE

'NDRANGHETA

Terza azienda italiana per fatturato, con un giro d’affari annuo di oltre cinquanta miliardi di euro, ramificazioni in tutti i continenti, specializzata un tempo in sequestri di persona e ora maggior provider al mondo di sostanze stupefacenti, con faide e lotte intestine che hanno causato oltre mille vittime accertate.

Tutto questo e non solo è la ‘Ndrangheta, l’imperscrutabile criminalità organizzata calabrese, la mafia più potente e ricca del mondo che nasce e comanda nella regione più povera d’Europa.

Il racconto di questa feroce quanto subdola organizzazione mafiosa viaggia in parallelo con la storia di quattro personaggi che rappresentano la Calabria che alla ‘Ndrangheta non si mischia, che ne rimane distante ma non del tutto impermeabile.
I quattro si scoprirà essere legati tra loro soprattutto da un fatto che ne ha condizionato le vite, specie quella di Augusto, il quinto protagonista della narrazione, vero simbolo di riscatto, e rappresentazione di chi non vuole arrendersi alla bruttura e all’umiliazione ma che decide di contribuire in prima persona, come può, senza retorica né eroismi, alla rinasci
ta di una terra aspra e bellissima come la Calabria.

‘Ndrangheta non è solo un viaggio agli inferi tra gironi pieni di criminali e collusi, ma è anche un cammino di speranza verso un futuro possibile di riscatto.

La meravigliosa costa ionica della Calabria è in Italia la principale area di nidificazione della tartaruga marina specie Caretta caretta: sono stimati solo 40 nidi l'anno di cui il 60% proprio nella provincia di Reggio Calabria.
La mamma, nei mesi estivi, depone le uova scavando una buca nella spiaggia. Dopo circa cinquanta giorni le uova si schiudono e queste minuscole tartarughe, spinte dall'istinto, iniziano il loro faticosissimo percorso verso l'acqua del mare che può durare ore.
E' un evento raro e pieno di insidie.
Ho avuto la fortuna immensa di poterlo vedere, una decina di anni fa. Era notte e dovevamo stare in silenzio assoluto senza accendere luci. Solo quella della luna: i piccoli avrebbero potuto confondersi e non seguire la giusta traiettoria.
Ho quasi pianto dall'emozione.
Commovente vedere come questi esserini appena venuti al mondo lottassero tanto stoicamente per raggiungere la propria casa, le proprie origini.
Un momento che mi ha profondamente segnato.

Quando ho iniziato a scrivere ‘NDRANGHETA, ho preso a piene mani tutta la mia infanzia e il mio cuore e da lì ho attinto per dipingere i personaggi del racconto. Un vero viaggio, come fossi una piccola tartaruga in cammino verso le proprie radici.

Inoltre per la drammaturgia mi ha ispirato un fatto di cronaca letto sul giornale. Il fatto è questo:

6 giugno 2008: Antonino ha tre anni.

La mamma Stefania gli ha messo la maglietta bianca con la scritta “il mondo delle favole”: oggi ci sarà la recita di fine anno e i piccoli sono centinaia e tutti eccitati.

Stefania è lì, sul piazzale assolato della chiesa, che parla con un’altra mamma, mentre i bambini giocano attendendo di andare in scena.

Si sentono dei botti, si pensa ai dei petardi.

Antonino si appoggia a mamma Stefania: “dai, tirati su, non fare capricci”.

Mamma Stefania gli carezza la testa e la mano è piena di sangue.

Un propiettile ha colpito in bocca il piccolo Antonino.

Niente festa. Niente recita.

Melito di Porto Salvo, provincia di Reggio Calabria.

I killer volevano uccidere un pregiudicato di cinquant’anni e l’esecuzione doveva essere fatta in piazza. Davanti a tutti.

Antonino è stato un anno ricoverato a Roma. Si è fatto dieci giorni di coma. Dieci interventi chirurgici. Tanta riabilitazione.

Antonino aveva 3 anni.

Oggi è un ragazzo. Sta bene. È pieno di interessi. E convive con un frammento di proiettile nella carotide.

"'Ndrangheta" l’ho voluto dedicare proprio a quel bambino, ormai giovane adulto, che no non era lui a trovarsi nel luogo sbagliato al momento sbagliato.

Stefania continua a vivere lì nella sua Melito, in quella Calabria che tanto amiamo e che è una delle terre più belle che si possano incontrare.

Sta lì, con una forza splendida che mi ricorda quella dello Ionio. Sta lì, a dispetto di chi le ha voltato le spalle quando ha denunciato e ha chiesto giustizia; sta lì a promuovere tante attività in sostegno della cultura della legalità

Anna Tringali
 

Antonio Nicaso, nato in provincia di Reggio Calabria, è saggista ed esperto dei fenomeni criminali di tipo mafioso. Ha dedicato particolare attenzione all’analisi comparativa delle mafie italiane con quelle straniere, con riferimento a strategie di partenariato nella gestione di attività illecite, come il traffi co di droga e il riciclaggio di denaro. E' autore di diversi libri sulla criminalità mafiosa, alcuni scritti in collaborazione con il Dott. Nicola Gratteri, i successi internazionali, tradotti in diverse lingue.

Nel 2017 ha scritto la sceneggiatura per la serie televisiva prodotta da Netflix: “Bad Blood”.

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crediti

drammaturgia e regia: Anna Tringali

consulenza drammaturgica: Antonio Nicaso

con: Giacomo Rossetto

suggestioni: Tindaro Granata

voce fuori campo: Francesco Colella

luci : Stefano Razzolini e Andrea Patron

elementi di scena: Antonio Zonta

produzione: Teatro Bresci

anno di produzione: 2020

Selezione Premio In-Box 2021

Con il patrocinio di

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