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PROGETTI SPECIALI

LA VALANGA

TINA MERLIN E IL DISASTRO DEL VAJONT

9 ottobre 1963, ore 22:39. Circa 270 milioni di m3 di roccia franano dal monte Toc nel bacino artificiale sottostante (che in quel momento conteneva circa 115 milioni di metri cubi d'acqua) creato dalla diga del Vajont, provocando un'onda di piena che causa la morte di quasi 2000 persone e la distruzione di diversi comuni
bellunesi del fondovalle.


Una valanga inarrestabile, devastante, impetuosa.
Ma prevedibile.


La strage che drammaticamente si verificò nella valle del Vajont sessant’anni fa, fu denunciata con molti anni di anticipo da una giornalista veneta: Tina Merlin.
Merlin: la “Cassandra del Vajont”, una “donna contro”, partigiana e coraggiosa testimone ribelle delle ingiustizie del proprio tempo, esempio di impegno professionale, civile e politico, al servizio della gente, della sua gente, e della sua terra, quella delle origini contadine, del lavoro che riscatta l’uomo e lo salva.
Tina Merlin che con coraggio raccontò il Vajont prima, dopo e durante, portando alla luce la valanga di menzogne, di avidi interessi, di speculazioni e soprusi che avvolsero quell’ olocausto, come ella stessa lo chiamò.
Coraggio e puntualità e rigore perché la storia del Vajont è una valanga di informazioni, numeri, nomi, leggi provvedimenti, perizie, che può travolgerti e azzittirti.


Ma Tina No.

“Oggi tuttavia non si può soltanto piangere.
E’ tempo di imparare qualcosa.”

Lo spettacolo è una mise en space a due voci con proiezioni e musica che racconta il disastro del Vajont attraverso soprattutto (ma non solo) la figura di Tina Merlin con affacci all’oggi, aprendo a temi del contemporaneo come il mondo del giornalismo ora, la questione femminile, l’ambiente.

La bibliografia di riferimento sono principalmente le opere di e su Tina Merlin

crediti

con: Anna Tringali e Giacomo Rossetto

produzione: Teatro Bresci

anno di produzione: 2023

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